Si è tenuto a Udine martedì 30 maggio con inizio alle ore 9:30, l’evento regionale di sensibilizzazione al tema dell’invecchiamento attivo in Friuli-Venezia Giulia.
Si tratta di un evento previsto in tutte le regioni e le province, come stabilito alla riunione di avvio progetto tenutasi a Roma, il 28 ottobre 2022.
La partecipazione della Rete è stata di grande importanza e ha visto il coinvolgimento delle organizzazioni regionali della società civile e dei sindacati, delle sedi regionali e provinciali operanti in Friuli-Venezia Giulia.
I partecipanti hanno sottolineato l’importanza di concreti interventi sul tema dell’invecchiamento attivi e del contrasto alla solitudine e la necessità di prevedere più risorse affinché il tema non rimanga solo una dichiarazione di intenti.
Di seguito l’intervento della Segretaria Regionale UILP FVG Magda Gruarin nella Sala Comelli sul tema invecchiamento attivo.
1) Fattori, dal nostro osservatorio che determinano situazioni di solitudine e isolamento.
Il tema dell’invecchiamento attivo e del contrasto alla solitudine è al centro delle proposte del sindacato dei pensionati; in particolare, per quanto riguarda la normativa in merito, già nel 2014 i sindacati dei pensionati sono stati parte attiva nella stesura della proposta di legge n 22 del 14 novembre 2014.
Penso che i lavori di questo tavolo siano in linea con i principi dell’invecchiamento attivo della Legge 33/2023 delega al Governo per le politiche in favore delle persone anziane e rappresentino una base di lavoro per dare concretezza alle finalità sia della legge 33/2023 sia alla nostra legge regionale.
L’’iniziativa di oggi rappresenta quindi un momento importante per riflettere e affrontare un tema di rilievo fondamentale per la nostra società.
L’invecchiamento della popolazione non è un problema ma una conquista del nostro sistema di welfare che, nel corso di questi anni, ha garantito un miglioramento delle condizioni della qualità della vita di tutti i cittadini.
-differenza tra isolamento e solitudine: l’isolamento sociale è l'oggettiva mancanza o limitazione di contatto sociale con gli altri e la difficoltà di raggiungere i servizi necessari allo star bene; la solitudine è la sensazione soggettiva di essere soli.
Non è da escludere che la solitudine in cui vivono molti vecchi con discreta salute possa essere anche vissuta in modo sereno e creativo: molti anziani “liberi “da impegni lavorativi e famigliari coltivano gli interessi e le attività ricreative che non hanno potuto seguire da giovani.
I fattori che determinano disagio, isolamento e solitudine:
-trasformazione della società odierna: nuovo assetto delle famiglie perlopiù mononucleari dove l’anziano fatica a trovare spazi, tempi di cura e di accoglienza (a differenza del passato dove l’anziano era assistito e aveva un ruolo autorevole all’interno della famiglia).
Oggi la famiglia, anche nei nostri territori. è soggetta a profondi cambiamenti culturali, economici, demografici, etici e dovrebbe essere oggetto di elaborazione e costruzione continua a tutti i livelli, non solo di coppia.
-mancanza della comunità e del vicinato: In questa nuova prospettiva può essere interessante e arricchente far riferimento al progetto “Officina Montagna” del Cantiere Friuli promosso dalla università degli Studi di Udine, che, pur riferendosi alla peculiarità della montagna, mette in campo idee nuove per ricucire le comunità locali con i loro territori, sperimentando patti tra cittadini.
-desertificazione dei servizi di comunità e difficoltà di trasporto: (si pensi alle zone di montagna) per raggiungere i servizi necessari alle persone più fragili;
-processo di arretramento dell’operare sociale: dovrebbe far fronte alla perdita della famiglia e della comunità di riferimento; i servizi sociali dovrebbero prendere atto di questa nuova situazione e avviare un ripensamento di ruoli, di percorsi progettuali, di azioni sul territorio.
- forme di depressione che acuiscono il senso di isolamento, isolamento per la difficoltà di accedere a nuove tecnologie: il tema della digitalizzazione è ormai un aspetto fondamentale per la vita quotidiana di tutti i cittadini: dall’identità digitale ai pagamenti elettronici; dall’accesso ai servizi sociali e sanitari e a quelli della pubblica amministrazione, ai servizi INPS; dai servizi bancari a quelli fiscali.
2) Come può consolidarsi la collaborazione tra parti sociali e istituzioni pubbliche per lo sviluppo di politiche sempre più efficaci per intercettare precocemente l’isolamento in età anziana e per promuovere azioni efficaci?
Proposte: Vorrei, in premessa, sottolineare l’importante ruolo che viene svolto dalle parti sociali nel consentire alle persone anziane di condurre una vita attiva e in buona salute.
Le politiche per l’invecchiamento attivo non devono essere azioni “paternalistiche”, e non possono contare solo sull’impegno, pur molto importante e fondamentale, del volontariato.
È importante, dunque, valorizzare il ruolo del sindacato dei pensionati che potrebbe avere un ruolo strategico e centrale nel dare le giuste risposte al tema invecchiamento attivo.
In Friuli Venezia Giulia Uilp ha predisposto, ad esempio, una sorta di vademecum sociale, dove oltre ai servizi forniti dal sindacato, sono elencati tutti i servizi socio-sanitari per gli anziani, i fragili e le famiglie nel loro insieme.
È stata avviata un’azione di ascolto, partendo dalle donne per comprendere, accogliere, informare.
- L’aumento degli anni di vita in buona salute deve costituire uno dei principali obiettivi della politica sanitaria, dato che ciò non solo migliorerebbe la situazione delle persone, ma comporterebbe anche una riduzione della spesa sanitaria pubblica.
Alla base vi deve essere una sanità ad accesso universale, dal funzionamento efficiente ed efficace al passo con i tempi, che eviti gli sprechi e che sia adeguatamente finanziata.
- Prevedere risorse aggiuntive per attuare i principi della legge, soprattutto sul tema della prevenzione e della promozione di una vita sana. mantenere uno stile di vita sano, fare attività fisica.
- Riprogettazione dei servizi sociali troppo ingabbiati nella burocrazia; dovrebbero rientrare nella comunità ed accogliere chi non ha voce.
- Ruolo degli enti locali: hanno rinunciato ad intervenire per mettere in campo azioni per costruire il senso della comunità che va ricostruito anche in collaborazione con le parti sociali.
Forse è anche bene smettere di colpevolizzare le giovani famiglie perché non si occupano degli anziani; i giovani oggi vivono il lavoro con la percezione della precarietà e il modo di organizzare il lavoro non lascia spazio ad una conciliazione con i bisogni della famiglia.
La gioventù tende a concepire sé stessa e al momento dell’oggi senza costruzione di un futuro.
Si è rotto da tempo il patto di mutualità per ragioni di lavoro e per la stessa struttura delle abitazioni poco adatte ad accogliere l’anziano.
Per costruire la comunità può essere interessante e arricchente far riferimento al progetto “Officina Montagna” del Cantiere Friuli promosso dalla università degli Studi di Udine, che, pur riferendosi alla peculiarità della montagna, mette in campo idee nuove per ricucire le comunità locali con i loro territori, sperimentando patti tra cittadini.
Quindi un tentativo di ampliare la famiglia verso un luogo altro come possono essere le comunità da cui ripartire per un modello di società capace di superare le forme di individualismo che sempre più ci ingabbiano.
Sarebbe quindi bene, insieme alle leggi citate attingere anche alla Legge regionale 23 del 2017 “Norme per la valorizzazione e la promozione dell'economia solidale” (non più finanziata dal 2019) che nei principi enunciati riconosce e sostiene l'economia solidale, quale modello socio-economico e culturale imperniato su comunità locali e improntato a principi di solidarietà, reciprocità, sostenibilità ambientale, coesione sociale, cura dei beni comuni e quale strumento fondamentale per affrontare le situazioni di crisi economica, occupazionale e ambientale.
- esclusione digitale della popolazione, soprattutto per chi ha una età più avanzata e chi vive solo.
Il tema della digitalizzazione è ormai un aspetto fondamentale per la vita quotidiana di tutti i cittadini: dall’identità digitale ai pagamenti elettronici; dall’accesso ai servizi sociali e sanitari e a quelli della pubblica amministrazione, ai servizi INPS; dai servizi bancari a quelli fiscali educazione tecnologica per poter accedere ai servizi, l’ignoranza” digitale non può però essere considerata una causa dell’isolamento degli anziani.
La tecnologia non è la soluzione, ma un aiuto; cerchiamo di non sostituire la tecnologia con le relazioni e propinare ai vecchi ciò che sta accadendo ai giovani con l’eccesso di tecnologia, di relazioni attraverso i numerosi social.
- gli anziani come una risorsa della società e non come un peso da liquidarsi come “persone improduttive”. Le persone anziane sono infatti una grande risorsa della nostra società, aiutano e sostengono le famiglie e in questi ultimi difficilissimi anni hanno svolto la funzione di vero Le persone anziane non sono solo protagoniste del welfare familiare ma portatori di saperi, di esperienza, di cultura.
La Uilp, a livello nazionale, sta pensando ad un progetto di servizio civile per anziani attivi che si apre al dialogo intergenerazionale.
I giovani possono assistere le persone anziane e aiutarle a comprendere le nuove tecnologie, mentre i vecchi mettono a disposizione le competenze acquisite nel corso della loro vita (che altrimenti andrebbero disperse).
Questo aiuterebbe gli anziani e creerebbe occupazione di qualità per i giovani: una forma di mentoring, a metà tra formazione ed accompagnamento al lavoro.